E’ con grande piacere che annunciamo il prossimo film in programmazione al Cinema Snaporaz di Cattolica. Un film bellissimo e importante, girato splendidamente e interpretato altrettanto bene da Alba Rohrwacher (Giorni e Nuvole, Riprendimi, il papà di Giovanna), Maya Sansa (La meglio Gioventù, Buongiorno, notte) e Claudio Casadio (co-direttore del Teatro Stabile d’Arte Contemporanea di Bologna, qui alla prima apparizione sul grande schermo) assieme ad altri attori non professionisti.
Vincitore di quattro premi al Festival Internazionale del Film di Roma, da Venerdì 29 gennaio:
L’UOMO CHE VERRA’
Un film di Giorgio Diritti. Con Alba Rohrwacher, Maya Sansa, Claudio Casadio, Greta Zuccheri Montanari, Stefano Bicocchi. Drammatico, durata 117 min. – Italia 2009.
Sinossi: Inverno, 1943. Martina ha 8 anni, vive alle pendici di Monte Sole, non lontano da Bologna, è l’unica figlia di una famiglia di contadini che, come tante, fatica a sopravvivere. Anni prima ha perso un fratellino di pochi giorni e da allora ha smesso di parlare.
Nel dicembre la mamma rimane nuovamente incinta.
I mesi passano, il bambino cresce nella pancia della madre e Martina vive nell’attesa del bimbo che nascerà mentre la guerra man mano si avvicina e la vita diventa sempre più difficile. Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1944 il piccolo viene finalmente alla luce.
Quasi contemporaneamente le SS scatenano nella zona un rastrellamento senza precedenti, che passerà alla storia come la strage di Marzabotto.
Sito Web: http://www.uomocheverra.com
Note:
La versione originale del film è in dialetto bolognese con sottotitoli in italiano.
Cenni Storici
Sulla fine del 1943, dopo l’armistizio firmato dal re e Badoglio con gli alleati, l’Italia è divisa in due, occupata a sud dall’esercito anglo-americano, al centro e al nord dai tedeschi, che hanno anche liberato Mussolini e lo hanno posto a capo di uno stato fantoccio, la cosiddetta Repubblica di Salò. È in questo periodo che nella zona di Monte Sole, compresa tra il torrente Setta e il fiume Reno, a una trentina di chilometri a sud di Bologna, comincia spontaneamente a formarsi una brigata partigiana, la Brigata Stella Rossa. I partigiani sono i figli e i fratelli dei contadini che abitano la zona e lavorano la terra a mezzadria per conto dei proprietari terrieri, che in genere stanno in pianura. Il territorio è boscoso, il terreno difficile da coltivare e i raccolti scarsi. Le famiglie, spesso numerose, fanno sempre più fatica perché il fascismo prima e la guerra poi le hanno rese ancora più povere di quanto non fossero già. I partigiani incarnano un atteggiamento di ribellione diffuso e nei mesi successivi con le loro azioni di guerriglia creano grossi problemi a tedeschi e fascisti, già incalzati dall’avanzata dell’esercito anglo-americano. Il 29 settembre del 1944 le SS scatenano nella zona una rappresaglia senza precedenti che prosegue nei giorni successivi, mettendo a ferro e fuoco il Monte Sole. Circa 770 persone, per lo più bambini, donne e anziani, vengono massacrate: un eccidio immane rimasto nella storia come “la strage di Marzabotto”, dal nome del comune a cui appartiene la maggior parte del territorio.
La vita fu spazzata via da quella zona per sempre.