Ecco un’altra prima visione, presentiamo l’ultimo film di Pupi Avati, con Christian de Sica, Laura Morante e Luca Zingaretti.
Pupi Avati e la famiglia. Se n’è occupato varie volte nel corso della sua felice, quarantennale carriera. Di recente, ne «La cena per farli conoscere», cronaca semiseria ma finissima di tre figlie, nate ciascuna da una madre diversa, che si impegnano a risolvere i problemi di un padre, attore televisivo di scarso successo, arrivato a tentare il suicidio dopo un intervento di plastica facciale mal riuscito. Appena ieri ne «Il papà di Giovanna», dramma sinistro di un padre incapace di far fronte ai disagi esistenziali e a un certo punto pericolosamente morbosi di una figlia bruttina delusa in amore. Adesso, arrivato al suo quarantesimo film (Auguri!), ci racconta di una famiglia totalmente inserita nelle cronache, tutte negative, dell’oggi. Comincia però descrivendocela sedici anni fa, a Bologna quando un padre, con due figli piccoli, si accinge a un matrimonio riparatore con la loro mamma, di cui però, scomparendo subito dopo, carpisce i pochi beni immobili che le appartenevano. Eccolo alle date attuali. Con quel denaro praticamente sottratto alla moglie, tenera e ingenua che ha continuato ad amarlo, guidato da un losco commercialista, si è costruita a Roma una vera fortuna nel campo dell’immobiliare, frodando sempre la legge anche con abusi gravissimi. Così, quando i nodi verranno al pettine e si fa avanti addirittura la minaccia di un arresto, con i debiti che si accumulano da ogni parte, lui sempre cinicamente consigliato dal commercialista, escogita la soluzione addirittura perfida di convocare a Roma il suo «figlio più piccolo» e di intestargli tutto perché è più ingenuo di sua madre e persino più di sua madre devoto a quel padre che non ha più rivisto e che li ha lasciati in miseria…
di Gian Luigi Rondi Il Tempo