L’amore buio, Antonio Capuano, 2010

Questa sera, Martedì 7 Dicembre, ore 21,30, l’ultimo film di Antonio Capuano, L?AMORE BUIO

Un film di Antonio Capuano. Con Irene De Angelis, Gabriele Agrio, Luisa Ranieri, Corso Salani, Valeria Golino, Anna Ammirati, Fabrizio Gifuni. Drammatico, durata 110 min. – Italia 2010

Alla fine di una domenica di sole, mare, tuffi e pizza, quattro ragazzini, approfittano di Irene, anche lei adolescente. Uno di loro, Ciro 16 anni, la mattina dopo va a denunciare sé e gli altri. Vengono condannati a due anni di reclusione. Quei due mondi, così opposti e diversi, finiranno coll’attrarsi, incontrarsi, fondersi. Irene e Ciro, da lontano (l’uno dal carcere di Nisida, e l’altra dalla casa meravigliosa dove vive con la famiglia in una delle zone belle della città), quasi senza accorgersene, lentamente cominceranno un irresistibile avvicinamento.

Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=xp24GiviIyI

Sito: http://www.fandango.it/default.asp?idlingua=1&idContenuto=2071

 

Filmare l’adolescenza, intervista al regista Antonio Capuano (tratto da cineforum.it):

– Lei racconta due Napoli, una alto borghese, quella a cui appartiene Irene e la sua famiglia, i suoi amici, e una dominata dalla piccola delinquenza, dalla marginalità, dalla povertà. Una Napoli che ha già descritto in film come Vito e gli altri, Pianese Nunzio, 14 anni a maggio, La guerra di Mario. Ha incontrato delle difficoltà a raccontare l’altra Napoli, quella a cui i personaggi degli altri suoi film non potevano nemmeno accedere?

– Sì, in effetti ho incontrato difficoltà a raccontare, soprattutto in fase di scrittura, una Napoli, quella alto borghese, che conosco poco, che frequento poco, dalla quale, anche quando costretto, tendo ad allontanarmi. Eppure quello è l’universo in cui vive Irene. Ho tentato di farmi aiutare da qualcuno per descrivere quegli ambienti, ma quando devo scrivere una sceneggiatura non riesco proprio a condividere con altri questo processo. Nella mia carriera c’è un’unica eccezione, Paolo
Sorrentino, che ha collaborato alla stesura della sceneggiatura di Polvere di Napoli, e con il quale ho scritto anche un racconto mai pubblicato. Con Paolo ci intendiamo subito, non occorre che uno spieghi all’altro quello che vuole scrivere. Si tratta di un processo naturale. Poi Sorrentino ha intrapreso un suo cammino e quindi incontrarsi è molto più difficile.

– Quanto è stato importante, anche in questo film, indipendente dalla tematica messa in scena, restituire il suo sguardo sull’adolescenza?

– Certo, quello rimane il cuore pulsante del mio cinema. Prima di essere un film che riflette su una terribile violenza, sull’ambiente che circonda i due protagonisti, un film sulle mille contraddizioni di Napoli, L’amore buio è un film sull’adolescenza come lo sono state quasi tutte le mie opere. In più, L’amore buio mi ha permesso di esplorare lati dell’adolescenza per me inesplorati: una certa inadeguatezza a un determinato contesto sociale, l’incomunicabilità, un tormentato rapporto a distanza. Lo stesso raccontare un amore per l’appunto “buio”, che nasce dopo una violenza ma che cresce gradualmente, è un aspetto che non avevo toccato in precedenza. (continua qui)

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