Oggi presentiamo il secondo doc della rassegna MONDOVISIONI – I doc di Internazionale
(da mymovies) Un nerd. Ecco come si potrebbe definire Matt VanDyke. Figlio unico, cresciuto a Baltimora sotto l’ala protettiva di madre e nonna, dedito più ai videogiochi e al cinema d’azione che alla socializzazione. Una passione forte per Lawrence d’Arabia di David Lean e il Medio Oriente, oggetto della sua tesi di laurea e terra per lui incognita. Facendosi coraggio, VanDyke si attrezza all’impresa: compra una motocicletta e una videocamera che monta sul casco, e nel 2006, a 26 anni, parte per l’Africa settentrionale. Percorre in moto circa 55 mila chilometri, attraversando, in tre anni, Marocco, Tunisia, Egitto, Giordania, Siria, Turchia. Con la videocamera sempre accesa e spesso puntata su se stesso. In Iraq non solo impara dai soldati statunitensi a maneggiare le armi, ma si offre come corrispondente embedded per un giornale delle sue parti. Scivolando gradualmente nel personaggio di Max Hunter, suo alter ego coraggioso e votato all’avventura. In viaggio incontra il placido Nuri, pacifista che lo invita e lo fa innamorare del proprio Paese d’origine, la Libia. Poco dopo il rientro di Matt negli Stati Uniti scoppia la primavera araba. Alla notizia delle violenze subite dai suoi amici, torna in Libia per contribuire alla destituzione di Gheddafi, affronta la detenzione per cinque mesi e mezzo e combatte a fianco dei ribelli fino alla fine della guerra e alla caduta del dittatore.