UNA NOTTE DI 12 ANNI lunedì 21 gennaio ore 18:30 e 21:15
Quando realizzi un film ambientato in un’altra epoca, è sempre interessante vedere come si relaziona con i nostri tempi – e ti rendi conto di quante poche cose siano cambiate, a parte gli abiti e il fatto che oggi abbiamo l’energia elettrica o internet. Sono tantissime le analogie a livello di comportamenti, società e potere. Yorgos Lanthimos
Lo scenario de LA FAVORITA prende spunto da una storia vera, ambientata nel mondo velato della regina Anna (Olivia Colman), l’ultima (e storicamente meno nota) discendente della casa regnante britannica degli Stuart. Sebbene Anna soffrisse di gotta, fosse timida e non godesse di particolare considerazione, durante il suo regno la Gran Bretagna si affermò come potenza globale. Attraverso le intricate relazioni della sovrana con due donne scaltre e ambiziose — Lady Sarah (Rachel Weisz), l’amica di tutta una vita e consigliera politica, e Abigail (Emma Stone), la cugina povera di Sarah che si rivela un’arrampicatrice sociale – il film si immerge in un vortice di manipolazioni ed emozioni che definiscono il termine “intrighi di palazzo”.
LA FAVORITA è il primo film in costume del regista Yorgos Lanthimos ed è ambientato nel XVIII secolo, nel mondo oltraggiosamente aristocratico della casa regnante. È la storia cupa ma anche comica di tre donne dal temperamento dominante che brigano spudoratamente per ottenere amore, favori e potere – una realtà dal sapore molto contemporaneo.
Il film crea un proprio universo vivido, in cui Lanthimos gioca liberamente con gli eventi esterni per delineare e motivare la vita interiore e le politiche personali dei suoi personaggi. In realtà, a parte le congetture, nessuno sa con certezza che cosa sia stato detto o che cosa sia accaduto dietro le porte chiuse della corte della regina Anna, men che meno nel suo letto.
Per essere una storia ambientata in un’epoca di grande espansione, LA FAVORITA ha luogo in un mondo dalla mentalità ristretta, confinato tra le mura del Palazzo Reale, dove ciò che conta sono il potere, la seduzione, il lancio delle arance e le frequenti corse delle anatre e delle aragoste, con un distacco totale dalla realtà del mondo esterno.
Nonostante il film sia stato girato come una ‘farsa da camera da letto’ dalle conseguenze globali, lo sceneggiatore Tony McNamara, che ha collaborato con Lanthimos su un soggetto originale di Deborah Davis, concorda sul fatto che, in ultima analisi, questa è una storia d’amore. “Si parla di quanto sia complicato l’amore e di quanto ciò che le persone sono possa essere traviato e deformato da quelle complicazioni”, egli afferma. “L’abbiamo chiamata tragedia comica perché di questo si tratta. Parla di persone che si amano, ma le cui personalità e aspettative nella vita sono di ostacolo al continuare a volersi bene”.
Titolo originale The Favourite. Durata 120 min. Irlanda, Gran Bretagna, USA 2018.
⇰ venerdì 25 gennaio ore 19:00 (7/5€)
⇰ venerdì 25 gennaio ore 21:15 (7/5€) in lingua inglese con sottotitoli italiani
⇰ sabato 26 gennaio ore 21:15 (7/5€)
⇰ domenica 27 gennaio ore 19:00 e 21:15 (7/5€)
⇰ lunedì 28 gennaio ore 19:00 e 21:15 (4€)
Primi anni del XVIII secolo. L’Inghilterra è in guerra contro la Francia. Ciò nonostante, le corse delle anatre e il consumo di ananas vanno per la maggiore. Una fragile regina Anna siede sul trono mentre l’amica intima Lady Sarah Churchill governa il paese in sua vece e, al tempo stesso, si prende cura della cattiva salute e del temperamento volubile della sovrana. Quando l’affascinante Abigail Masham arriva a corte, si fa benvolere da Sarah, che la prende sotto la sua ala protettiva. Per Abigail è l’occasione di tornare alle radici aristocratiche da cui discende. Mentre gli impegni politici legati alla guerra richiedono a Sarah un maggiore dispendio di tempo, Abigail si insinua nella breccia lasciata aperta, diventando la confidente della sovrana. Grazie all’amicizia sempre più stretta con Anna, Abigail ha la possibilità di realizzare tutte le sue ambizioni e non permetterà a niente e a nessuno – donna, uomo, politica, coniglio – di intralciarle la strada.
UN ALTRO MONDO è un film documentario che vuole raccontare la nostra vera forza e chi siamo realmente, sfidando la visione moderna del mondo e riscoprendo i sistemi di valori delle società antiche, come quella dei nativi americani. Si tratta di un viaggio che mette in luce come la fisica quantistica stia riscoprendo le conoscenze degli antichi popoli tribali, di come loro interpretavano la connessione tra l’uomo e l’universo.
Titolo originale Un Altro Mondo. Durata 63 min. Italia 2014
⇰ mercoledì 23 gennaio ore 21:00 (ingresso libero)
Il film dimostra anche scientificamente come siamo tutti collegati, concetto meglio espresso nel saluto Maya “In Lak’ech”, che significa “Io sono un altro te stesso” e dimostra anche quanto sia innaturale il senso di separazione che caratterizza gran parte del pensiero moderno.
L’uomo sempre di più sta prendendo coscienza del suo posto nell’universo e della sua capacità, sia come singolo che come collettività, di creare la propria realtà.
Siamo convinti che questa presa di coscienza raccontata nel documentario aprirà le porte a un inedito modo di interpretare la realtà e stimolerà un nuovo spirito critico sul presente, generando un migliore e più luminoso domani per le generazioni presenti e future.
Per l’occasione della Giornata della Memoria proiettiamo il film 1945 tratto da un racconto (Homecoming) dello scrittore ungherese Gábor T. Szántó, i cui saggi e racconti brevi sono stati tradotti in diverse lingue e inseriti nell’antologia americana Contemporary Jewish Writing in Hungary (Paperback, 2003).
Il regista Ferenc Török, come già il suo connazionale László Nemes ne Il figlio di Saul (Oscar al miglior film straniero 2016), propone un approccio cinematografico raffinato e intelligente ad un drammatico periodo di transizione della storia del suo paese. Questo film, silenziosamente commovente e avvincente, ricorda anche un altro premio Oscar al miglior film straniero del 2015, Ida del regista polacco Paweł Pawlikowski, in cui i personaggi sono costretti a fare i conti con i gravi errori umani da loro stessi commessi durante la seconda guerra mondiale. Al tempo stesso la malinconia è bilanciata in 1945 attraverso la suspence crescente e la chiave di lieve humour che serpeggia nella stessa struttura narrativa.
Attraverso lo stile cinematografico di Török i dettagli diventano eloquenti simboli narrativi. I suoni, la radio che annuncia le notizie, gli oggetti, le eleganti posate d’argento, i mobili semplici ma raffinati e la candida biancheria ricamata raccontano di un piccolo mondo fragile che si sforza di dimenticare il dolore del recente passato cercando di ricostruire un tempo e un’epoca ormai perduti. Il tempo e le azioni scorrono lenti e ritmati mentre la tensione sale fino a che tutti gli elementi si incontrano in unico crocevia, pronti ad esplodere.
Titolo originale 1945. Durata 91 min. Ungheria 2017.
⇰ giovedì 24 gennaio ore 19:00 e 21:15
In un afoso giorno di agosto del 1945, mentre gli abitanti di un villaggio ungherese si preparano per il matrimonio del figlio del vicario, un treno lascia alla stazione due ebrei ortodossi, uno giovane e l’altro più anziano. Sotto lo sguardo vigile delle truppe occupazioniste sovietiche i due scaricano dal convoglio due casse misteriose e si avviano lentamente verso il paese. Il precario equilibrio che la guerra appena terminata ha lasciato sembra ora minacciato dall’arrivo dei due ebrei. In tutta la comunità si diffondono rapidamente la paura e il sospetto che i tradimenti, le omissioni e i furti, commessi e sepolti durante gli anni di conflitto, possano tornare a galla.
Portatori di borracce, agnelli sacrificali destinati a far da battistrada per mettere il campione in scia e a interpretare il cosiddetto “gioco di squadra”.
Otto anni di lavoro in cui ha dovuto affrontare condizioni talora proibitive. Il lituano Arunas Matelis ha infatti scelto un’impresa tutt’altro che semplice: misurarsi con uno sport che richiede spirito di sacrificio e dedizione alla causa come nessun altro. L’ultima autorizzazione a girare un documentario sul Giro d’Italia risale al 1973 di Stars and Watercarriers di Jorgen Leth. 40 anni fa. Ma per Matelis non si tratta semplicemente di un documentario sul Giro d’Italia. Non si parla di campioni in lotta tra di loro, di maglie rosa o ciclamino, né del doping che da decenni affligge le competizioni più prestigiose. Il punto di vista scelto da Matelis è quello di chi costituisce l’ossatura dello sport stesso: i gregari.
Nessuno ne canterà le lodi e a nessuno di loro toccherà il bacio della Miss al traguardo – tanto che, in una esilarante sequenza, un gregario va a prenderselo da sé il bacio di una spettatrice bionda – ma è qui che si può toccare concretamente la materia di cui è fatto il ciclismo su strada.In ‘Wonderful Losers’ i suoni e i rumori provengono dal basso, in continuazione, come dei disturbi radio in sottofondo. A contare è ciò che avviene sulla strada, in genere nascosto dalle telecronache, ai margini del ciclismo che conta.
E a emergere, nelle interviste a vari gregari italiani, è la matrice proletaria e contadina che contraddistingue il più umile tra gli sport competitivi. Un tratto quest’ultimo che spinge più di ogni altro l’appassionato ad amare e seguire il ciclismo su strada. Uno sport spesso sgradevole per tutti e cinque i sensi, fatto di fango e sudore, poco adatto ai merletti di chi ama pavoneggiarsi con la narrazione sportiva. Una faccenda di sputi, urla, cadute rovinose e soste collettive per fare la pipì en plein air, sotto gli occhi di chiunque passi di lì. Wonderful Losers non risparmia niente di tutto questo, anzi lo sottolinea. Perché il ciclismo appartiene a loro, a questi perdenti meravigliosi, che valgono mille Lance Armstrong. Emanuele Sacchi – www.mymovies.it
Titolo originale Wonderful Losers – A Different World. Durata 51 min. Lituania, Italia, Svizzera, Belgio 2017.
⇰ sabato 26 gennaio ore 18:00
Per molti di noi quei ciclisti che non vincono e che non compaiono mai in televisione e sulle prime pagine dei giornali sono semplicemente dei perdenti. Sono i gregari, i “portatori d’acqua”, i Sancho Panza del ciclismo professionistico. Wonderful Losers racconta la loro volontà smisurata, la loro devozione e la capacità di sopportare la fatica e il dolore per continuare la gara ad ogni costo e dare il personale contributo alla vittoria finale del loro capitano. Se cadono si rialzano e fanno di tutto per continuare la corsa: alzare bandiera bianca non è ammesso. In Wonderful Losers i nostri eroi non sono soli: il team dei medici, stipato in una piccola e claustrofobica automobile, accorre per prestare le prime cure, si lancia sull’asfalto a soccorrere chi è caduto o medica i feriti che, senza fermarsi, si agganciano ai finestrini dell’auto. Il lavoro dei medici ricorda quello di una guerra: sono sulla “linea di fuoco”, dove il ritiro non è un’opzione. I 21 giorni del Giro d’Italia sono il perfetto scenario per l’odissea dei gregari e dei loro angeli custodi, i medici di corsa.
Presentiamo FAMOSI IN 7 GIORNI made in Romagna diretto dal regista riccionese Gianluca Vannucci.
Saranno presenti in sala il regista, il cast e la troupe per salutare e rispondere a tutte le curiosità del pubblico.
Titolo originale Famosi in 7 Giorni. Durata 82 min. Italia 2018.
⇰ giovedì 31 gennaio ore 19:20 e 21:15
I quattro attori di belle speranze decidono di iscriversi a un corso di recitazione che potrebbe garantire loro un ruolo nel film di un importante regista. Il corso, però, si rileva una truffa. Ai quattro attori non va giù di essere stati raggirati. Ritrovato l’autore della truffa non esiteranno ad usare le cattive maniere per riavere il denaro. Una volta avuti indietro i soldi vengono consigliati da un noto attore di fiction di utilizzarli per garantirsi un ruolo nel film dell’importante regista. Ma è solo un altro raggiro. La vendetta dei quattro, questa volta, sarà terribile e li renderà famosi.