SANTIAGO, ITALIA giovedì 18 aprile ore 21:15
CAFARNAO è il terzo lungometraggio diretto dalla famosa regista e attrice libanese Nadine Labaki, che col suo primo film, Caramel, nel 2007 partecipò alla Quinzaine des Réalisateurs del festival di Cannes.
Il suo secondo film, E ora dove andiamo?, del 2011, partecipò di nuovo al festival nella sezione Un cértain régard e vinse il premio del pubblico a Toronto e molti altri riconoscimenti in tutto il mondo. Nel 2015 fu invitata a far parte proprio della Giuria di Un certain régard e con Cafarnao, nel 2018, è stata promossa al concorso principale, vincendo il Premio della Giuria e il premio ecumenico oltre a 15 minuti di standing ovation dopo la proiezione ufficiale.
Cafarnao è stato anche candidato al Golden Globe 2019 e al Premio Oscar come miglior film straniero. Si tratta del primo film apertamente drammatico della regista, che fino ad ora aveva affrontato anche temi diversi religiosi e politici, sotto le spoglie della commedia. Il piccolo protagonista, Zain Al-Rafeea, è un profugo siriano, rifugiato in Libano, alla sua prima esperienza di recitazione. Vive adesso in Norvegia coi genitori e ha imparato a leggere e scrivere, cosa che all’epoca delle riprese non sapeva fare.
Il film non ha solo aiutato il piccolo Zaid a rifarsi una vita, ma anche altri ragazzi coinvolti nelle riprese, che vivevano in condizioni estreme. Labaki e il produttore Khaled Mouzanar hanno istituito una borsa di studio per offrire loro una possibilità di vita migliore. Nel 2016 il Libano contava quasi un milione di profughi siriani.
L’idea alla base del film, ha raccontato Labaki, è questa: “A conti fatti quei bambini pagano un prezzo altissimo per i nostri conflitti, le nostre guerre, i nostri sistemi e le nostre stupide decisioni e governi. Ho sentito il bisogno di parlare di questo problema e ho pensato: “se questi bambini potessero parlare, cosa direbbero? Cosa direbbero a noi, a questa società che li ignora?”. Le riprese del film sono durate ben sei mesi per 600 ore di riprese e il primo montaggio era lungo come una serie tv, dodici ore, ridotte a poco più di due nell’arco di due anni.
Così Nadine Labaki spiega il titolo, che perde il suo doppio significato nella traduzione italiana: “In origine è francese, “Capharnaüm” significa caos, è un termine usato nella letteratura francese con questo significato. E’ un villaggio biblico che è stato maledetto per essere troppo caotico, o qualcosa del genere. E poi abbiamo iniziato a usarlo per significare caos, inferno, disordine. Il titolo mi è venuto in mente ancor prima di cominciare a scrivere, quando ho iniziato a buttar giù i temi che mi ossessionano al momento: i diritti dei bambini e l’ingiustizia nei loro confronti, l’assurdità delle frontiere, del dover avere dei documenti per dimostrare la propria esistenza ecc. Ho buttato tutto giù e a un certo punto ho detto “questo è un gran Capharnaüm, è l’inferno, viviamo all’inferno”.
Titolo originale Capharnaüm. Durata 120 min. Libano, USA 2018.
⇰ venerdì 19 aprile ore 21:15 (in versione originale con sottotitoli italiani
⇰ sabato 20 aprile ore 19:00 e 21:15
⇰ domenica 21 aprile ore 19:00 e 21:15
⇰ lunedì 22 aprile ore 19:00 e 21:15
Zain ha dodici anni, ha una famiglia numerosa e dal suo sguardo trapela il dramma vissuto da un intero Paese. Siamo a Beirut, nei quartieri più disagiati della città. Zaid non ha però perso la speranza ed è pronto a ribellarsi al sistema, portando in tribunale i suoi stessi genitori.
TI PORTO IO non è soltanto la storia di un uomo “normalmente” abile che ne spinge un altro “diversamente” abile su una sedia a rotelle per 800 chilometri. È anche la storia di due amici che hanno trascorso tutto il tempo del loro viaggio a “spingersi” a vicenda a essere persone migliori. Attraverso il loro coraggio e la loro dignità, Justin e Patrick ci ricordano che siamo più forti insieme che da soli. In fin dei conti, tutti abbiamo bisogno di una spinta.
La storia del pellegrinaggio a Santiago de Compostela risale al IX secolo quando si cercava il corpo dell’apostolo San Giacomo. Gli studiosi ritengono che San Giacomo fosse stato un grande evangelista in Spagna durante il regno di Re Alfonso II (792 – 842). A poco a poco, le persone hanno iniziato a rendere omaggio a San Giacomo nella Cattedrale che è stata costruita sul sito della tomba. Fu solo nel XII e XIII secolo che il pellegrinaggio divenne più consolidato e popolare. Negli ultimi 30 anni, in particolare, c’è stata una grande crescita e sempre maggiore interesse. C’è chi lo fa a piedi, in bicicletta o a cavallo. Originariamente conosciuto come pellegrinaggio cristiano, il Cammino attrae ogni anno persone di ogni credo e provenienza: dagli atei ai buddisti, dagli avventurieri alle persone in lutto, agli studenti. Indipendentemente dal contesto, tutti coloro che intraprendono questo pellegrinaggio si trasformano in qualche modo. Riescono ad abbandonare usi e costumi della società moderna per abbracciare la vita della comunità.
Titolo originale I’ll Push You. Durata 100 min. Spagna, USA 2017.
⇰ sabato 20 aprile ore 17:00 (rassegna, ingresso 5€)
Ti porto io è un ritratto intimo e un viaggio epico che esplora il vero significato dell’amicizia e il potere della comunità. Tutto ha inizio quando Patrick accetta una proposta pazzesca: portare il suo migliore amico Justin, costretto a vivere su una sedia a rotelle, per tutti i famosi 800 chilometri del Cammino di Santiago. Il risultato? Un film documentario, unico nel suo genere, che illustra la loro impresa, il loro pellegrinaggio.