PSICOMAGIA – UN’ARTE CHE GUARISCE
⇰ mercoledì 11 dicembre 21:15 (in versione originale con sottotitoli italiani)
UN GIORNO DI PIOGGIA A NEW YORK, quarantanovesimo lungometraggio di Woody Allen, racconta di come il programma di due fidanzatini, Gatsby (Timothée Chalamet) e Ashleigh (Elle Fanning), di trascorrere un romantico fine settimana a New York vada comicamente in fumo.
I personaggi di Un giorno di pioggia a New York hanno tutti problemi inerenti alla propria identità. Gatsby ha quello più ovvio: non conosce ancora se stesso. La madre di Gatsby (Cherry Jones) alla fine si rivela essere una persona completamente diversa da quella che lui aveva sempre immaginato. E la personalità di Ashleigh è ancora del tutto indefinita: quando incontra Vega (Diego Luna), è così stordita dalla fama di lui da dimenticarsi addirittura il proprio nome, e due volte nel film tira fuori la patente per potersi identificare. Lo sceneggiatore Davidoff (Jude Law) vive all’ombra del regista Pollard (Liev Schreiber), sempre in secondo piano come autore. Pollard, a sua volta, ha perso il contatto con l’artista che era una volta. Infine Vega ha i suoi problemi da attore chiamato ad interpretare sempre lo stesso ruolo.
Strettamente legato a questo elemento della ricerca della propria identità vi è il bisogno dei personaggi di essere notati. Gatsby vorrebbe che sua madre lo vedesse e lo accettasse per quello che veramente è; Chan (Selena Gomez) ha sofferto per il fatto che Gatsby non l’avesse mai notata quando stava con sua sorella; Vega all’inizio indossa una maschera, e Ashleigh non lo riconosce fino a quando lui non se la toglie; e la madre di Gatsby decide che è finalmente arrivato il momento che il figlio la veda per quello che è. “I personaggi del film hanno bisogno che gli altri riescano a vederli oltre la loro apparenza fisica, per quello che hanno dentro”, spiega Allen. “È una cosa comune nella nostra vita. Hai una cotta per qualcuno ma nessuno se ne accorge. Certamente tutti ti vedono fisicamente, ma a volte ti rendi conto di non avere l’impatto che vorresti sulla vita di alcune persone”.
Per sottolineare il fatto che i protagonisti del film hanno difficoltà a farsi riconoscere per quello che sono, sul piano visivo i loro volti sono spesso oscurati, in ombra.
“Nel cinema non bisogna mostrare tutto chiaramente, sempre”, afferma il direttore della fotografia Vittorio Storaro, che ha già collaborato con Allen per Café Society e La Ruota delle Meraviglie. “Il più delle volte può essere più efficace che i personaggi si trovino dietro qualcosa, o che siano visibili solo in parte. Bisogna creare momenti diversi per poter mantenere alta l’attenzione del pubblico”.
Storaro ha usato luci diverse e diversi movimenti di camera per enfatizzare le differenze nelle personalità di Gatsby e Ashleigh. “Gatsby ama New York con il cielo coperto o, ancora meglio, con un po’ di pioggia”, racconta Storaro. “Ashleigh è allegra e appassionata, perciò con lei housato colori più caldi”. Anche quando Gatsby e Ashleigh sono insieme, Storaro ha trovato delle variazioni. “Non piove tutto il giorno nello stesso modo”, racconta. “Qualche volta il vento muove le nuvole e il sole fa capolino, per poi sparire di nuovo più tardi. Ho approfittato delle cose che accadono per caso. Durante le riprese, quando Gatsby sotto le nuvole che lui chiama Ashleigh, è apparso un raggio caldo di luce nel punto in cui lei si trovava”.
Proprio come New York, la pioggia ha un ruolo centrale nel film. “Volevamo che la pioggia simboleggiasse il romanticismo e l’amore”, racconta Allen. “New York è stupenda nei giorni grigi, nebbiosi o anche piovosi. Acquista una luce tenue e le strade diventano lucide e pulite”. La pioggia suggerisce anche il modo diverso in cui Gatsby e Ashleigh vedono la vita. “Ashleigh pensa che la pioggia sia triste, mentre Gatsby la trova romantica”, afferma Allen.
Un giorno di pioggia a New York è la versione di Woody Allen delle vecchie commedie romantiche di Hollywood. “Ho sempre amato quei film”, afferma. “Li trovo meravigliosi. Questa è una storia d’amore, e mi piaceva moltissimo l’idea di ambientarla in una romantica New York piovosa”. Un giorno di pioggia a New York è molto più ottimista della maggior parte dei film girati da Allen. “Penso che sia un film positivo”, dice Allen. “Penso che Gatsby alla fine del weekend trovi se stesso. Ha un rapporto migliore con sua madre ed arriva a prendere una decisione sulla donna della sua vita”.
Titolo originale A Rainy Day in New York. Durata 92 min. USA 2019
⇰ giovedì 12 dicembre ore 21:15 (in lingua inglese con sottotitoli italiani)
⇰ venerdì 13 dicembre ore 21:15
⇰ sabato 14 dicembre 19:30 e 21:15
⇰ domenica 15 dicembre ore 17:30, 19:30 e 21:15
⇰ lunedì 16 dicembre ore 21:15
Woody Allen torna a Manhattan con Un giorno di pioggia a New York, una commedia romantica che racconta la storia di due fidanzatini del college, Gatsby e Ashleigh, i cui piani per un weekend romantico da trascorrere insieme a New York vanno in fumo non appena mettono piede in città. I due, fin dal loro arrivo a New York, si ritrovano separati e si imbattono in una serie di incontri casuali e bizzarre avventure, ciascuno per proprio conto.
Due film animati tratti dai libri di Julia Donaldson e Axel Scheffler.
Dopo il grande successo delle avventure del Gruffalò, La strega Rossella e Bastoncino (distribuiti dalla Cineteca e proposti in altrettanti cofanetti Dvd dalle Edizioni Cineteca di Bologna), arrivano due nuovi capolavori animati prodotti dalla Magic Light Pictures e tratti come i precedenti dagli amatissimi libri per l’infanzia scritti da Julia Donaldson e illustrati da Axel Scheffler. Protagonisti questa volta un topo particolarmente dispettoso, un appassionato draghetto e i loro magici amici.
ZOG e IL TOPO BRIGANTE
⇰ domenica 15 dicembre 16:30
ZOG
di Max Lang e Daniel Snaddon (27’)
Zog è il drago più perspicace della Dragon School, ma anche il più incline a cacciarsi nei guai. Fortunatamente, una fanciulla misteriosa è sempre pronta a medicare i suoi lividi. La giovane ragazza dovrà aiutare Zog a superare la dura prova che lo attende: catturare una principessa e vincere l’agognata stella d’oro.
IL TOPO BRIGANTE
di Jeroen Jaspaert (26’)
La vita non è semplice per gli altri animali a causa di un avido topo che attraversa in lungo e in largo il bosco rubando tutto il loro cibo. Ghiotto di panini, biscotti e ogni cosa dolce, il roditore non si ferma davanti a nulla pur di saziare la sua fame. Il brigante avrà finalmente la sua meritata punizione, grazie all’intervento di un’anatra molto furba.
Che valore può aver la trasmissione della conoscenza, se la formazione dell’uomo è trascurata? Maria Montessori
Sogniamo tutti un avvenire radioso per i nostri figli: una vita personale feconda e una vita sociale armoniosa. La scuola li prepara in parte. Allora, che pedagogia scegliere?
Maria Montessori, partendo da osservazioni scientifiche, ha scoperto che rispettando la personalità e offrendo un luogo che corrisponda ai bisogni di sviluppo, il bambino può crescere e costruire delle basisolide per vivere con gioia l’avventura umana. Nel 1907, a Roma, Montessori ha aperto una scuola materna dove ha potuto approfondire un metodo pedagogico che ha avuto velocemente una risonanza mondiale considerabile e che oggi è in pieno sviluppo.
Questo documentario vi invita a scoprire i grandi concetti di questa pedagogia e soprattutto come si mettono in pratica nella realtà quotidiana di una classe materna, che è stata filmata per tutto l’anno 2015.
Il programma: incontrare i bambini, osservare la loro vita libera, e scoprire man mano come, grazie alla fiducia che è accordata loro e all’ascolto dei loro bisogni, siano più autonomi, più concentrati, abbiano piùfiducia in sé stessi, siano più autodisciplinati, più aperti socialmente e come si risvegli in loro l’entusiasmo di imparare.
Lo scopo del film è anche di restituire tutte le sfide che deve rilevare Christian Maréchal, che cerca di esercitare sempre meglio il suo ruolo di educatore con i 28 bambini dai 3 ai 6 anni della sua classe.
Come fare per creare e mantenere un’atmosfera pacifica? Perché ogni bambino sia felice, costruisca la stima di sé, nutra le sue potenzialità?
In voce off: le chiavi per capire i valori e la funzione di questa pedagogia e Maria Montessori stessa, grazie a degli archivi inediti, ritrovati preparando questo film. Saranno anche evocate le ultime ricerche di neuroscienze e di psicologia che confermano le intuizioni della pedagoga.
Se si pensa come Maria Montessori che «il bambino è il padre dell’uomo» lasciarsi guidare da questo maestro d’amore, d’entusiasmo, d’intelligenza, è aprire un cammino verso la pace e l’elevazione dell’umanità.
Titolo originale Le Maître Est l’Enfant. Durata 100 min. Francia 2017
⇰ martedì 17 dicembre ore 19:00 e 21:15
Ereditato da Maria Montessori nel 1907, il Metodo Montessori è un approccio educativo che vuole celebrare e nutrire il desiderio di conoscenza di ogni bambino; è valorizzato lo spirito umano dal punto di vista fisico, sociale, emozionale e cognitivo. Questo metodo è sempre più diffuso e le scuole Montessori sono sempre più numerose in tutto il mondo.
Il regista Alexandre Mourot ha portato la sua macchina da presa nella più antica scuola Montessori di Francia, e ha incontrato bambini (dai 3 ai 6 anni) felici, liberi di muoversi, di lavorare da soli o in gruppo, che lo hanno guidato durante tutto l’anno scolastico, mostrandogli la magia della loro autonomia e autostima – i semi di una nuova società a cui Maria Montessori ha dedicato il lavoro di una vita.
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