dal 24/1 al 2/2 1917, il 27/1 #AnneFrank Vite Parallele, il 29/1 e 2/2 Lo Sceicco Bianco, il 3/2 e 4/2 Il Dottor Stranamore

La prima volta che ho capito cos’è una guerra è stato quando mio nonno mi ha raccontato la sua esperienza della prima guerra mondiale. Ma questo film non esplora la storia di mio nonno bensì lo spirito che la permeava, gli eventi vissuti da quegli uomini, i loro sacrifici, cosa voleva dire credere in qualcosa che andava al di là di se stessi.

I nostri personaggi principali intraprendono un viaggio irto di pericoli, inoltrandosi nel  territorio nemico, per consegnare un messaggio di vitale importanza, destinato a salvare 1600 soldati, e la nostra macchina da presa non li perde mai di vista. Volevo percorrere ogni passo al fianco di questi ragazzi, sentire ogni loro respiro, ed è per questo che, insieme al direttore della fotografia Roger Deakins, ho realizzato 1917 come un’esperienza totalmente immersiva.  Abbiamo concepito il film in modo tale da avvicinare il pubblico il più possibile alla vicenda dei protagonisti. E’ stato il lavoro più emozionante della mia carriera. Sam Mendes

La storia del mondo è fatta di tanti anni che si susseguono senza particolari sussulti e alcuni in cui sembrano concentrarsi energie, rivoluzioni, grandi cambiamenti. Lo stesso che accade nel microcosmo delle nostre vite, insomma, con alcuni giorni diversi dagli altri, in cui sembra che il tempo viaggi più velocemente. Una di queste date è il 1917, anno cruciale per la storia della Prima guerra mondiale, con l’entrata in guerra degli Stati Uniti, la rivoluzione bolscevica e la conseguente uscita dal conflitto della Russia, pochi anni dopo diventata Unione Sovietica. In questi anni di omaggi e ricordi, a un secolo dalla Grande Guerra, il britannico Sam Mendes racconta nel suo film, 1917, un momento poco conosciuto, a suo modo piccolo, ma emblematico e cruciale per le battaglie di trincee del fronte occidentale. Come accaduto per la Seconda guerra mondiale a Christopher Nolan in Dunkirk, Mendes ha voluto omaggiare la generazione dei suoi nonni, rievocare la memoria dei racconti tramandati di generazione in generazione nella sua famiglia. In particolare in 1917 prende spunto dai racconti del nonno paterno, Alfred Mendes, scrittore impegnato per due anni sul fronte delle Fiandre.
A due soldati britannici impegnati nel nord della Francia, molto giovani come tanti loro commilitoni della classe del ’99, venne affidata nel culmine della guerra – siamo nella primavera ’17 – la rischiosa missione di attraversare il territorio nemico per avvisare un loro battaglione di un’imminente imboscata dei tedeschi. Una missione quasi disperata, per salvare 1600 soldati britannici.

Sam Mendes è uno dei grandi autori del cinema britannico contemporaneo, vincitore dell’Oscar per il suo esordio American Beauty, capace poi di dirigere negli ultimi anni alcuni capitoli convincente della serie di 007, ma prima (e soprattutto) alcuni gioielli come Era mio padre, Revolutionary Road, Jarhead, American Life. In carriera non è stato molto prolifico, ha realizzato otto film (con 1917) in vent’anni.
I due giovani sono interpretati da George MacKay, visto in Captain Fantastic e come protagonista di The Kelly Gang, e Dean-Charles Chapman, impegnato nel West End londinese come Billy Elliot nella versione musical, nonché presente nelle ultime stagioni de Il trono di spade.

Non stupisce che Mendes abbia anche scritto la sceneggiatura di questa storia così personale, insieme alla trentenne scozzese Krysty Wilson-Cairns, fra le sceneggiatrici della versione a fumetti (e dell’ultima stagione televisiva) di Penny Dreadful

Fra gli interpreti anche i più noti e affermati Colin Firth, Benedict Cumberbatch, Mark Strong, oltre a Richard Madden (Il trono di spade) e l’irlandese Andrew Scott, diventato attore di culto dopo il ruolo di Moriarty nella serie Sherlock per la BBC e quello di un prete molto attraente in Fleabag.
Il direttore della fotografia è il grande Roger Deakins, quattordici candidature all’Oscar senza mai vincerne neanche uno.

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Titolo originale 1917. Durata 110 min. Gran Bretagna, USA 2019

⇰ venerdì 24 gennaio ore 19:00 e 21:15
⇰ sabato 25 gennaio ore 19:00 e 21:15
⇰ domenica 26 gennaio ore 19:00 e 21:15
⇰ martedì 28 gennaio ore 21:15
⇰ mercoledì 29 gennaio ore 21:15
⇰ giovedì 30 gennaio ore 19:00 e 21:15 in versione inglese con sottotitoli italiani
⇰ venerdì 31 gennaio ore 19:00 e 21:15
⇰ sabato 1 febbraio ore 19:00 e 21:15
⇰ domenica 2 febbraio ore 16:30, 19:00 e 21:15

I caporali Schofield e Blake, dell’8° Battaglione, condividono amicizia e un senso di cameratismo. Il loro legame, nell’arco di un breve periodo, verrà messo alla prova in un modo che nessuno dei due avrebbe mai potuto immaginare. Armati di mappe, torce, pistole lanciarazzi, granate e pochi viveri, devono attraversare la Terra di Nessuno e trovare il fratello maggiore di Blake, un tenente del 2° Devon. Hanno ricevuto l’ordine di dirigersi a sudest, fino a quando non raggiungeranno la cittadina di Écoust, dove dovranno individuare il battaglione appostato nel Bosco di Croisilles, consegnare al Colonnello Mackenzie una lettera da parte del Generale Erinmore e salvare così centinaia di commilitoni da morte sicura per opera dei tedeschi. In pochi sanno, e anche Erinmore lo ignora, che in realtà i tedeschi hanno messo in scena un ritiro strategico e che in realtà sono pronti ad annientare chiunque osi sfidarli. Questa missione spaventosa e inattesa, cambierà il corso della loro vita. 

Un compito apparentemente impossibile, una corsa contro il tempo. I due uomini devono attraversare il territorio nemico per consegnare un messaggio che potrebbe salvare 1600 commilitoni. In questa avvolgente esperienza cinematografica, Mendes catapulta il pubblico nel pericolo e nella vastità della Prima Guerra Mondiale, calandolo all’interno del conflitto.

Il film rende omaggio non solo ai soldati della Prima Guerra Mondiale ma a tutti i militari, del passato e del presente, e al loro sacrificio per il bene comune e la ricerca della libertà.  


Una singola Anne Frank detta più commozione delle miriadi che soffrirono come lei, la cui immagine è rimasta nell’ombra. Primo Levi

Sarà Helen Mirren, Premio Oscar® come migliore attrice per The Queen, la guida d’eccezione del documentario #AnneFrank. Vite parallele, scritto e diretto da Sabina Fedeli e Anna Migotto, con la colonna sonora di Lele Marchitelli, prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital in partecipazione con RAI Cinema, in collaborazione con l’Anne Frank Fonds di Basilea e il Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, in uscita nei cinema italiani solo l’11, 12 e 13 novembre.

Questa è una storia che non dobbiamo mai dimenticare. Stiamo iniziando a perdere la generazione dei testimoni di quanto è successo in Europa in quei terribili giorni. Per questo è più importante che mai mantenere viva la memoria guardando al futuro. Con le guerre in Siria, Libia, Iraq, con l’immigrazione che sta interessando tutta l’Europa, è così facile puntare il dito su popoli, culture, persone diverse e dire “Sono la causa dei nostri problemi” –racconta Mirren – Per questo ritengo che il diario di Anne Frank rappresenti un incredibile insegnamento, uno strumento capace di offrire una reale comprensione delle esperienze umane del passato sino al nostro presente e quindi nel nostro futuro. Lo trovo fondamentale ed è per questo che ho voluto prendere parte al progetto”.

Helen Mirren accompagna gli spettatori nella storia di Anne Frank attraverso le parole del diario. Il set è la camera del rifugio segreto di Amsterdam in cui la ragazzina resta nascosta per oltre due anni. È stata ricostruita nei minimi dettagli dagli scenografi del Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa. Una straordinaria e dettagliata ricostruzione ambientale che ci riporterà al 1942. Nella stanza ci sono gli oggetti della sua vita, le fotografie con cui aveva tappezzato le pareti, i quaderni su cui scriveva. 

Una giovane attrice, interpretata da Martina Gatti, ha invece il ruolo di guidarci nei luoghi di Anne e delle superstiti della Shoah. È lei a viaggiare per l’Europa alla scoperta delle tappe della breve vita di Anne.  È una giovane di oggi che vuole conoscere la storia dell’adolescente ebrea diventata simbolo della più grande tragedia del ‘900 e ci parla soprattutto attraverso i social. Sono le foto e i post il suo linguaggio. Attraverso questi, la Gatti racconta e interpreta quello che scopre, quello che vede, dal campo di concentramento di Bergen-Belsen in Germania (dove Anne e sua sorella Margot muoiono) al Memoriale della Shoah di Parigi, fino alla visita nel rifugio segreto nella capitale olandese. Martina rappresenta una delle migliaia di teenager che si sentono vicine ad Anne, una delle tante amiche immaginarie, delle tante Kitty che ovunque nel mondo sognano di avere un posto speciale nel cuore della Frank. 

Nel documentario, tra le altre, le voci del rabbino Michael Berenbaum, storico e docente di studi giudaici in diverse università americane, dello storico della Shoah Marcello Pezzetti, direttore del nascente Museo della Shoah di Roma, dell’etnopsicologa francese Nathalie Zajde, delle testimoni Doris Grozdanovicova e Fanny Hochbaum, della violinista di fama internazionale Francesca Dego, di Yves Kugelmann giornalista e membro dell’Anne Frank Fonds, Basel, di Ronald Leopold – direttore dell’Anne Frank House, del direttore del magazine online Jewpopo Alain Granat, del fotografo Simon Daval.

La colonna sonora del docu-film è di Lele Marchitelli, che ha firmato le musiche dei film di importanti registi come Giuseppe Piccioni, Renato De Maria, Cinzia TH Torrini, Riccardo Milani, Carlo Verdone, Paolo Sorrentino. Tra i suoi lavori, anche la colonna sonora de La Grande Bellezza.locandina

Titolo originale #Anne Frank Parallel Stories. Durata 92 min. Italia 2019

⇰ lunedì 27 gennaio ore 19:00 e 21:15

Anne Frank nata a Francoforte il 12 giugno 1929, quest’anno avrebbe compiuto 90 anni. Il docu-film a lei dedicato la racconta attraverso le pagine del suo diario: un testo straordinario che ha fatto conoscere a milioni di lettori in tutto il mondo la tragedia del nazismo, ma anche l’intelligenza brillante e il linguaggio moderno di una ragazzina che voleva diventare scrittrice. La storia di Anne si intreccia con quella di 5 sopravvissute all’Olocausto, bambine e adolescenti come lei, con la stessa voglia di vivere e lo stesso coraggio: Arianna Szörenyi, Sarah Lichtsztejn-Montard, Helga Weiss e le sorelle Andra e Tatiana Bucci.

Come sarebbe stata la vita di Anne Frank se avesse potuto vivere dopo Auschwitz e Bergen Belsen? Cosa ne sarebbe stato dei suoi desideri, delle speranze di cui scriveva nei suoi diari?  Cosa ci avrebbe raccontato della persecuzione, dei campi di concentramento? Come avrebbe interpretato la realtà attuale, il rinascente antisemitismo, i nuovi razzismi? Certo è che, ancora oggi, Anne resta un punto di riferimento, uno specchio attraverso cui i ragazzi imparano a guardare il mondo e a farsi delle domande. Anne scriveva di sé, di ciò che accadeva nell’Europa in fiamme, del Nazismo. E per confidare le sue paure e le sue riflessioni inventa un’amica immaginaria: Kitty.


FELLINI 100_Poster_web

È l’anno di Fellini. Al centenario della nascita di questo cineasta grandissimo e unico, in un battibaleno approdato al mondo, per sempre consegnato all’olimpo della storia del cinema, abbiamo pensato e lavorato a lungo. Nel corso degli ultimi anni abbiamo restaurato tredici dei suoi film, e da gennaio ne riportiamo cinque nelle sale italiane, un carnet di Cinema Ritrovato al cinema che allinea cinque capolavori, Lo sceicco bianco, I vitelloni, La dolce vita, , Amarcord.

locandinasceiccoTitolo originale Lo Sceicco Bianco. Durata 85 min. Italia 1952

⇰ mercoledì 29 gennaio ore 19:00 e 21:15
⇰ domenica 2 febbraio ore 10:30

Due sposini in viaggio di nozze dalla provincia alla capitale romana. L’apparizione sull’altalena del bianco sceicco Alberto Sordi, divo divino solo sulla carta dei fotoromanzi. E dunque le illusioni  del mondo dello spettacolo. Le benevoli prostitute della capitale, tra cui la Cabiria di Giulietta Masina. C’è già tutto il mondo felliniano in questo primo film firmato unicamente dal regista riminese.

“Per la sceneggiatura mi rifeci ai racconti che avevo scritto per il ‘Marc’Aurelio’ in cui si riflettevano i miei pensieri sulla natura spietata delle storie d’amore, sull’amore giovanile che si confronta con la realtà dolceamara, sulla luna di miele che si irrancidisce, sulle delusioni dei primi tempi del matrimonio e sull’impossibilità di riuscire a conservare i romantici sogni iniziali” (Federico Fellini).

Restaurato da Cineteca di Bologna in collaborazione con RTI-Mediaset e Infinity


A 56 anni dalla sua uscita trionfale nei cinema di tutto il mondo, Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick è ancora la satira definitiva sulla guerra e soprattutto sull’orrore ottuso del potere, particolarmente attuale in un momento storico di tensioni politiche come quello che stiamo vivendo.

La Cineteca di Bologna lo riporta in sala, in un evento speciale il 3 e il 4 febbraio 2020. Il film sarà preceduto dal cortometraggio inedito STANLEY KUBRICK RIFLETTE SULLA BOMBA, con preziose testimonianze dello stesso Kubrick e di chi lo conosceva meglio.

La mia idea di girarlo come una commedia da incubo venne nelle prime settimane di lavoro sulla sceneggiatura. Nel contesto dell’imminente distruzione del mondo, l’ipocrisia, le incomprensioni, la lascivia, la paranoia, l’ambizione, gli eufemismi, il patriottismo, l’eroismo e anche la ragionevolezza possono evocare un’orribile risata. Stanley Kubrick

La fine del mondo in epoca atomica: nella sala da guerra del Pentagono o a cavalcioni d’una bomba. Doveva essere un film serio: follie individuali, errori nel sistema di comunicazione e dispositivi segreti di reazione ‘preventiva’ rendono possibile l’annientamento termonucleare dell’umanità. Ma nella strada che porta alla morte, troppa vodka, troppa Coca-Cola, troppi missili fallici, troppi fluidi vitali repressi. E tanti Peter Sellers! Kubrick ce la mette tutta per ritardare l’esplosione, ma alla fine scoppia a ridere. L’atto di nascita del cinema demenziale.0-1

Titolo originale Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the
Bomb
. Durata 100 min. Gran Bretagna
 1964

⇰ lunedì 3 febbraio ore 19:00 e 21:15 in versione italiana
⇰ martedì 4 febbraio ore 19:00 e 21:15 in versione inglese con sottotitoli italiani

Un generale americano con la fissazione del complotto comunista ordina un attacco sul territorio sovietico. Il presidente degli Stati Uniti cerca di evitare il disastro.

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