IL DOTTOR STRANAMORE di Stanely Kubrick
⇰ martedì 4 febbraio ore 19:00 e 21:15 in versione inglese con sottotitoli italiani
All’origine del film c’era la voglia di lavorare con Fabrice Luchini, un attore che ammiro da molto tempo. E poi tendo ad accumulare frammenti di progetti che non mi sembrano sufficienti per diventare dei lungometraggi. Devo mescolarne due o persino tre per arrivare a immaginare un vero lungometraggio. Qualche anno fa ho visto al cinema il documentario Le Président di Yves Jeuland, e mi ha fatto venire voglia di girare un film di finzione su un pittoresco presidente di regione che porta con sé, dovunque vada, una giovane assistente intellettuale.
Avevo anche un altro progetto su una ragazza che non sa cosa fare della sua vita e prova un mestiere diverso dopo l’altro. Si è laureata in Scienze politiche e quindi vuole impegnarsi in politica, poi fa del teatro, si mette alla prova con il digiuno: cerca se stessa perché non sente una vera vocazione. Ho mescolato questi due progetti, ma avevo l’impressione che mancasse ancora qualcosa. Allora mi è venuto in mente L’uomo senza qualità di Robert Musil, di cui uno dei primi film amatoriali che avevo girato quando ero studente ne era un vago adattamento. Per me è davvero un libro fondamentale, il libro cardine dei miei 25 anni. Musil mi ha aiutato a legare i due progetti. L’idea di “Lione 2500” in Alice e il sindaco, per esempio, è ricalcata sull’Azione Parallela, ovvero la costruzione di un grande evento politico che nel romanzo si rivela un guazzabuglio inconcludente.
Devo dire che L’Albero, il sindaco e la mediateca di Éric Rohmer, nel suo insieme, mi ha molto influenzato. All’inizio, volevo che il film fosse una semplice successione di scene tra Alice e il sindaco, una sorta di serie di “dialoghi filosofici”, ma sarebbe stato indubbiamente troppo teorico, servivano delle cose aggiuntive. Allora ho costruito un racconto intorno a delle grandi sequenze dialogate, che è poi la struttura di molti film di Rohmer. Tra l’altro, i soli corsi pratici di cinema che abbia mai seguito sono stati proprio quelli di Éric Rohmer alla Sorbonne. Il mio debito nei suoi confronti, come cineasta e come professore, è infinito.
Mi piace anche che Rohmer si presentasse come un regista di film d’azione, in quanto la parola non aveva per lui solo valore in se stessa, ma era anche un’azione. Voglio dire che non è il dialogo che racconta o fa avanzare direttamente il racconto: il dialogo è una delle modalità d’azione dei personaggi, ma la storia viene tessuta altrove.
Così, ne La mia notte con Maud per esempio, i personaggi parlano della “scommessa” di Pascal durante una cena a Clermont-Ferrand, ma la scena racconta in effetti la nascita di una contorta relazione amorosa a tre. Sono la regia, i gesti degli attori, le loro espressioni e la loro maniera di usare la parola per sedurre o convincere che costituiscono il cuore del film.
Nel mio film, i personaggi parlano solo di politica: era una delle sfide iniziali e credo di averla vinta. In compenso, quello che il film racconta non può essere ridotto al contenuto di queste conversazioni, ma le anime dei personaggi si rivelano attraverso di esse. Almeno è quello che spero. Nicolas Pariser
Titolo originale Alice and the Mayor. Durata 103 min. Francia 2019
⇰ venerdì 7 febbraio ore 19:00 e 21:15
⇰ sabato 8 febbraio ore 19:00 e 21:15
⇰ domenica 9 febbraio ore 17:00, 19:00 e 21:15
⇰ lunedì 10 febbraio ore 19:00 e 21:15
Il sindaco di Lione, Paul Théraneau, non è per niente in forma ed è a corto di idee. Dopo trent’anni di attività politica, si sente completamente svuotato. Per rimediare a questa situazione, viene deciso di affiancargli una giovane e brillante filosofa, Alice Heimann. Comincia così un dialogo che, mentre avvicina Alice e il sindaco, fa vacillare le certezze di entrambi.
PROSSIMAMENTE;